COMITATO DI TORINO DELL'ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
La costituzione del Comitato di Torino dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano risale al 1895. Tuttavia l’avvio di una vera e propria attività scientifica si può collocare nel 1907, sotto l’impulso del primo congresso di storia del Risorgimento (Milano, 1906), nel corso del quale alcuni esponenti dell’ambiente politico, nobiliare e militare torinese proposero di dare vita a una Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano.
Sin dalle prime iniziative di pubblicazione di documenti e carteggi inediti, apparve chiaro l’intento del Comitato di Torino di investire le pur non grandi risorse disponibili soprattutto in attività di carattere scientifico, ispirate al metodo storico positivista. Lo scoppio della prima guerra mondiale determinò tuttavia una rapida conversione alle esigenze della propaganda patriottica, con il proposito di legittimare il conflitto come “ultima guerra di indipendenza”. L’attività scientifica riprese solo a guerra conclusa, con la nascita di un periodico autonomo, «Il Risorgimento Italiano».
Il dialogo con il fascismo fu facilitato da comuni matrici culturali, che facevano perno sul nazionalismo già emerso durante il conflitto mondiale e sull’ossatura liberal conservatrice del gruppo direttivo del Comitato. Nel marzo del 1931 veniva infatti eletto presidente Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, che era stato tra i protagonisti della marcia su Roma. Proprio negli anni della sua presidenza il Comitato conobbe un boom di nuovi associati, tendenza che si consolidò anche dopo il passaggio di De Vecchi alla presidenza della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano. Il Comitato torinese si propose allora come baluardo dell’interpretazione del Risorgimento promossa dalla sede centrale. L’esaltazione della dinastia sabauda e della tradizione militare piemontese divenne l’asse portante dell’attività.
La seconda guerra mondiale motivò una nuova, brusca svolta, provocata dal rapido precipitare degli eventi e condotta dal giovane Luigi Bulferetti. All’indomani della liberazione, Bulferetti fu nominato commissario straordinario per il Piemonte dell’Istituto per la storia del Risorgimento e della consulta torinese. L’appoggio di alcuni protagonisti dell’antifascismo locale permise rapidamente la ripresa dell’attività culturale, che conobbe una nuova fase di rilancio con le celebrazioni per il centenario del 1848.
Nel dopoguerra l’attività del Comitato fu scandita dalla preparazione delle ricorrenze per il centenario dell’unità, celebrate con l’organizzazione di mostre e convegni, e con un considerevole numero di pubblicazioni, che segnarono il definitivo passaggio dall’edizione di fonti e memorie di impianto politico–diplomatico a vere e proprie monografie incentrate sull’analisi delle condizioni economiche e sociali dell’Ottocento piemontese.
Nel 1989 il Comitato ha istituito il Premio per gli studi storici sul Piemonte nell’Ottocento e Novecento, in collaborazione dapprima con l’Assessorato alla Cultura e Istruzione della Regione Piemonte, più recentemente con la Fondazione Bersezio. Il premio, ora intitolato a Umberto Levra, già presidente del Comitato, e giunto alla XVII edizione, si propone di dare impulso alle ricerche sulla storia del “lungo Ottocento” da parte di giovani studiosi in formazione che abbiano fornito rilevanti risultati nella loro tesi di laurea o di dottorato, nella prospettiva di una pubblicazione da mettere a disposizione del mondo degli studi nella prestigiosa collana del Comitato, edita e diffusa internazionalmente da Carocci Editore, pubblicazione anch’essa a carico degli enti promotori. Con i 21 volumi frutto del Premio, pubblicati fino al 2021 compreso, e altri opera di importanti studiosi, il Comitato ha dato vita alla più importante e scientificamente aggiornata collezione di pubblicazioni specializzate sulla storia del Piemonte nel XIX secolo, reperibile in tutte le librerie e presente nelle biblioteche italiane e straniere. Il Comitato svolge inoltre attività di promozione di conoscenza della storia risorgimentale, fornendo il proprio supporto di competenze e documentazione.